lunedì 18 agosto 2008

La social card per gli anziani


Governare dopo Prodi cercando di porre rimedio ai suoi sfaceli è un compito ingrato e difficile. Tanto quanto è stato difficile, nei due anni di malgoverno del centrosinistra, portare avanti un’attività imprenditoriale o commerciale.
Lo dimostrano i dati diffusi negli ultimi giorni dall’Istat, secondo cui le vendite al dettaglio nell’aprile 2008 sono calate del 2,3% rispetto allo stesso mese del 2007. A farne le spese sono stati soprattutto i piccoli commercianti, il cui giro d’affari ha subito una flessione complessiva del 4,1%. Incredibilmente, in un Paese abituato a rinunciare a tutto tranne che al cibo, la perdita maggiore ha riguardato proprio il settore alimentare, con un calo delle vendite del 5%.
Soltanto la grande distribuzione è riuscita a non andare in negativo, registrando una crescita complessiva delle vendite dello 0,3%, ossia mantenendo in sostanza i volumi dell’anno scorso.
In questo quadro, una boccata d’ossigeno alla piccola e media distribuzione potrebbe arrivare dall’introduzione, con la finanziaria 2009, della social card per le fasce più deboli e gli anziani. Uno strumento di politica economica e sociale particolarmente “indovinato”, per due motivi:
il governo si assicura, attraverso una card dedicata agli acquisti e al pagamento delle bollette, che i soldi stanziati entrino effettivamente in circolo generando un effetto virtuoso;
poiché sono soprattutto gli anziani, clienti affezionati e abitudinari, a rivolgersi ancora alla piccola distribuzione, grazie alla card i soldi spesi andranno ad aiutare proprio i piccoli commercianti che negli anni di Prodi hanno subito le perdite maggiori.

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